Le analisi sul digestato agroindustriale sono fondamentali per la sua corretta gestione e per il suo utilizzo in agricoltura come ammendante e fertilizzante. Le analisi quantificano il contenuto di nutrienti essenziali per le piante, come l'azoto totale Kjeldahl (NTK), l'azoto ammoniacale, il fosforo totale e il potassio. Questo permette di calcolare la quantità di digestato da distribuire sui campi per soddisfare le esigenze nutritive delle colture, riducendo la dipendenza da fertilizzanti chimici di sintesi. Vengono misurati i solidi totali (ST) e i solidi volatili (SV), che indicano la quantità di sostanza organica stabilizzata presente nel digestato. L'apporto di sostanza organica al suolo ne migliora la struttura, la fertilità e la capacità di trattenere l'acqua. Si verificano i livelli di metalli pesanti (come cadmio, cromo, nichel e mercurio) e la carica batterica, in particolare per i batteri patogeni come la Salmonella o l'Escherichia coli. Queste analisi sono cruciali per garantire che il digestato non rappresenti un rischio per la salute umana e animale e per l'ambiente, e che rispetti i limiti imposti dalle normative vigenti. Vengono eseguiti test per misurare la fermentescibilità residua del digestato, ovvero la sua stabilità. Un digestato stabile ha minori impatti ambientali (ad esempio, ridotte emissioni di gas serra) e un valore agronomico superiore. Elenco completo prove eseguite su digestato agroindustriale
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